La “durezza dell‘acqua” è la concentrazione di ioni di calcio e magnesio dovuta alla presenza di sali solubili al suo interno. Maggiormente elevato è il rapporto di concentrazione di questi fattori, maggiormente sarà dura l’acqua.
Dai rubinetti delle case viene erogata la stessa acqua utilizzata altresì all’interno degli idraulici. Si può classificare il liquido erogato in base alla sua durezza in morbido, medio oppure acqua dura.
A seguire la classificazione comunemente utilizzata per identificare la durezza:
Durezza Acqua | Misura in gradi francesi* |
Molto Dolci | fino a 4° f |
Dolci | da 4° f fino a 8° f |
Medio-dure | da 8° f fino a 12° f |
Discretamente dure | da 12° f fino a 18° f |
Dure | da 18° f fino a 30° f |
Molto dure | oltre i 30° f |
*Il valore di 1 grado francese equivale a 10 milligrammi di CaCO3, ovvero di carbonato di calcio, per litro di acqua.
Sebbene l’acqua dura possa essere utile per il corpo umano grazie al suo contenuto in calcio e magnesio, i sali disciolti hanno degli effetti indesiderati negli impianti: se riscaldati, possono formare calcare, che ostacola notevolmente il trasferimento di calore, impedendo pertanto un efficace trasferimento di energia a causa dei depositi che si formano sulle superfici di scambio termico e possono danneggiare gli elettrodomestici che utilizzano l’impianto idraulico. Per questo motivo la norma stabilisce limiti per la durezza massima ammissibile dell‘acqua di riscaldamento.
Inoltre, queste particelle possono inquinare gli aeratori e portare a gocciolamenti e danni funzionali agli elettrodomestici come lavatrice, lavastoviglie ma anche agli scaldacqua e ai bollitori elettrici.
Secondo il D.M. 26/06/2015 e UNI 8065 è necessario installare un filtro meccanico in base al contatore dell’acqua nell’impianto. E’ possibile acquistare diversi tipi filtri per l’acqua e per il sistema idraulico domestico. Effettuare la giusta scelta dell’elemento di filtraggio si può considerare il primo passo per incrementare, seppur in modo sensibile, la qualità, l’igiene e la sicurezza dell’acqua in un’abitazione.
Nonostante l’acqua che fuoriesce dai miscelatori domestici sia molto controllata, e di conseguenza sicura, le contaminazioni causate dall’usura delle tubazioni unitamente alla loro corrosione o incrostazione è un elemento di cui tenere conto. Particelle di sabbia e ruggine possono depositarsi nelle pareti interne dei tubi di acciaio zincato o rame. Questo può innescare un processo di corrosione delle tubazioni dell’acqua arrivando anche alla loro rottura.
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I depositi di calcare dipendono infatti dalla precipitazione di composti che si originano quando l’acqua dura è sottoposta a riscaldamento. Infatti nell’acqua, i bicarbonati di calcio e magnesio (sostanze solubili) sono in equilibrio con i carbonati di calcio e magnesio e con l’anidride carbonica. Un aumento della temperatura dell’acqua provoca il liberarsi di parte dell’anidride carbonica (che essendo un gas è sempre meno solubile man mano che la temperatura aumenta), con conseguente sbilanciamento dell’equilibrio precedente. La reazione chimica fa sì che per ripristinare l’equilibrio, altra anidride carbonica venga prodotta, trasformando pertanto altro bicarbonato di calcio e magnesio in carbonati, sostanze poco solubili che tendono a precipitare formando l’incrostazione chiamata comunemente “calcare”.
Il calcare tende a formarsi molto più rapidamente quando la temperatura dell’acqua sale, ovvero quando viene riscaldata.
La temperatura dell’acqua – o più precisamente la temperatura della superficie con cui è a contatto – è un fattore determinante per la velocità di formazione dei depositi. Le temperature sono alte soprattutto quando si usano impianti solari termici. Di conseguenza, aumenta il rischio di deposito di calcare sullo scambiatore di calore, in particolare nelle regioni con acqua dura. Un raddoppio della temperatura da 40 a 80 °C causa una velocità di calcificazione sei volte maggiore. Anche l’impostazione di temperature medio-alte negli accumuli sanitari (55-60°C spesso adottata per minimizzare la proliferazione della legionella), comporta un notevole aumento dei depositi di calcare.
Questi depositi di calcare, oltre ai costi aggiuntivi dell’energia elettrica per un maggiore tempo di funzionamento della pompa di carico bollitore, comportano anche un aumento del fabbisogno di combustibili fossili per il riscaldamento dell’acqua. La decalcificazione degli scambiatori di calore o del bollitore rappresenta un costo aggiuntivo, oltre a richiedere l’uso di prodotti chimici durante l’intervento e a comportare necessariamente un fermo impianto.
Descrizione foto: perdita della trasmissione di calore dovuta al deposito di calcare nell’impianto e aumento della formazione di particelle in base alla temperatura dell’acqua
La maggior parte delle regioni italiane hanno un’acqua da medio-dura a dura, con poche eccezioni in cui l’acqua è dolce (ad es. alcuni paese del Friuli e della Sardegna) o ancora più dura (ad es. l’Emilia Romagna).
Condivisa qui sotto vi è un’interessante rappresentazione grafica di una nota enciclopedia online che raffigura la morbidezza dell’acqua con un blu sempre più scuro più l’acqua è dura.
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